L’equilibrio della terra e del tempo
Alcune attese valgono più di altre. Il Teresa Manara Primitivo è l’ultimo tassello di una storia iniziata con lo Chardonnay e proseguita con il Negroamaro. Un vino che completa la linea più importante, quella che porta il nome di Teresa Manara. Non una semplice dedica, ma una visione precisa: eleganza, identità, memoria.
Il Primitivo proviene dalla provincia di Taranto, dove il vitigno ha radici profonde. Qui, tra distese di terra rossa e venti che arrivano dal mare, la vite si è adattata nei secoli, trovando un equilibrio perfetto tra calore e freschezza. L’aria salmastra addolcisce l’estate, la luce intensa accompagna la maturazione, il suolo, povero e asciutto, obbliga le radici a spingersi in profondità. Ed è proprio lì, sotto la superficie, che si costruisce il carattere di questo vino.
Ma non segue la strada più battuta. Qui l’equilibrio conta più della potenza, la finezza più dell’opulenza. Non è la dolcezza a guidare il sorso, ma la profondità. Il frutto è ricco, senza eccessi, la struttura solida ma dinamica, sostenuta da una freschezza che dà respiro e allunga il finale.
È lo stile che Augusto Cantele ha sempre cercato nei suoi vini, e che oggi Gianni porta avanti con la stessa visione. Teresa Manara Primitivo è misura e tensione, un’espressione autentica del vitigno e della terra che lo ha reso grande. Non segue le mode. Le supera, lasciando un segno destinato a durare.